Le grandi edizioni degli anni 1980s

di Matteo Dotto *

Si torna alla formula con sede fissa nel 1987. Paese organizzatore è l'Argentina, campione del mondo in carica. Dal punto di vista tecnico sarà una delle migliori edizioni degli ultimi decenni: Maradona e Claudio Caniggia nell'Argentina, Romário e Antonio Careca nel Brasile, René Higuita e Carlos Valderrama nella Colombia, Ivan Zamorano nel Cile, Francescoli e Rubén Sosa nell'Uruguay, tutti giocatori di prima grandezza e di giovane età (Careca con 27 anni è il più vecchio, Caniggia e Zamorano con 20 i più giovani). L'Uruguay approfitta del suo status di campione in carica e accede direttamente alla semifinale, dove supera con un gol di Antonio Alzamendi i padroni di casa dell'Argentina. Un altro 1-0 nella finale contro il Cile basta alla Celeste per diventare per la tredicesima volta campione d'America. Proprio l'accesso diretto in semifinale per il detentore della Coppa, ritenuto privilegio eccessivo, costringe la CSF a ritoccare la formula, con le dieci squadre divise in due gruppi da cinque, e un girone finale a quattro.

Il Brasile campione del 1989: la stella era Romario, e i comprimari all'altezza
Anche l'edizione del 1989, in cui il Brasile dopo quarant'anni torna a essere paese ospitante, è tecnicamente di rilievo. L'Argentina di Carlos Bilardo raccoglie attorno al genio di Maradona i giovani migliori: la Coppa America per Caniggia è una consacrazione, per Abel Balbo e Nestor Sensini il trampolino per cominciare una lunga e prestigiosa carriera nel calcio italiano. L'Uruguay presenta tutti i suoi campioni degli anni Ottanta, da Francescoli a Rubén Paz, da Rubén Sosa ad Aguilera. Nel Paraguay, rivelazione del torneo, si mette in luce, con il suo sinistro, il diciassettenne Gustavo Neffa: la Juventus di Boniperti ne acquista il cartellino e lo gira alla Cremonese, dove tuttavia il talento del giovane paraguayano rimarrà soffocato. Il Brasile si assicura il successo, quarant'anni dopo il suo ultimo trionfo in Coppa America. L'allenatore della Seleção è Sebastiao Lazaroni ‒ futuro tecnico della Fiorentina ‒ e il suo lavoro comincia tra mille difficoltà. Il Brasile gioca il girone eliminatorio al Nord, a Salvador de Bahia, e la tifoseria locale non accetta la mancata convocazione dell'attaccante Fabian Charles, idolo assoluto della torcida bahiana. Lazaroni però ha fiducia nella coppia formata da Romário e José Bebeto e il 16 luglio ‒ con l'1-0 nell'ultima e decisiva partita contro l'Uruguay ‒ proprio un gol di Romário regala al Brasile la Coppa; Bebeto è capocannoniere del torneo con sei reti. La squadra di Lazaroni è in sostanza la stessa che cinque anni più tardi conquisterà negli Stati Uniti il suo quarto titolo mondiale: oltre al tandem offensivo Bebeto-Romário, infatti, altri cinque protagonisti di quella Coppa giocheranno da titolari nella finale del 1994 contro l'Italia: il portiere Claudio Taffarel, i difensori Aldair Dos Santos e Claudio Branco, i centrocampisti Carlos Dunga e Iomar Mazinho.

L'edizione del 1991 è organizzata dal Cile e conferma la formula di successo inaugurata due anni prima. Delle quattro nazionali approdate alla fase finale nel 1989 si confermano solo Argentina e Brasile (allenato da Paulo Roberto Falcão), che si giocano la vittoria con Cile e Colombia. Quella che si trova tra le mani Alfio Basile, successore di Bilardo, è un'Argentina orfana di Diego Maradona, squalificato perché trovato positivo alla cocaina in Napoli-Bari del 17 marzo 1991. Sono pochi i superstiti della squadra arrivata seconda, l'anno prima, ai Mondiali disputati in Italia, ma il portiere Sergio Goycochea e l'imprevedibile attaccante Caniggia garantiscono il loro importante contributo; saranno determinanti anche i gol di un centravanti sconosciuto alle platee europee, Gabriel Batistuta, e la grinta del centrocampista Diego Simeone. Proprio la coppia d'attacco Caniggia-Batistuta sarà considerata l'arma decisiva dell'Argentina: Caniggia conferma le sue doti di tecnica e velocità, Batistuta, capocannoniere con sei reti, si mette in luce per la potenza del proprio destro e la precisione nel colpo di testa. La sua brillante performance in Coppa America suscita l'interesse della Fiorentina, che lo acquista dal Boca Juniors per 6 miliardi di lire.

* Tratto da Competizioni per nazionali, in Enciclopedia dello Sport, Treccani, 2002 (© Treccani)
Vedi anche Anni Ottanta e Novanta (1987-1999) in Wikipedia