I tornei aperti agli ospiti

di Matteo Dotto *

Nel 1993, un altro ritocco alla formula. Alle dieci nazionali affiliate alla Federcalcio sudamericana si aggiungono 'a inviti' altre due squadre; si formano così tre gironi di quattro squadre e le prime due di ogni girone più le due migliori terze classificate accedono alla fase successiva. Poi, sempre con partita unica, semifinali e finali. In Ecuador si conferma campione l'Argentina di Basile, che rispetto a due anni prima ha perso Caniggia ‒ anche lui positivo alla cocaina dopo Roma-Napoli del 21 marzo 1993 ‒ e presenta, come regista, il centrocampista Fernando Redondo. Batistuta brilla un po' meno rispetto all'edizione cilena, ma è comunque decisivo con la doppietta nella finale contro il Messico, squadra debuttante nella manifestazione e sorpresa positiva del torneo. Deludente invece il Brasile, che non arriva neppure tra le prime quattro. Fondamentale per il successo argentino anche il portiere Goycochea che conferma la sua abilità nel neutralizzare i calci di rigore, già mostrata in occasione dei Mondiali del 1990 contro Iugoslavia e Italia. Goycochea consente alla sua squadra di superare, proprio ai rigori, il Brasile, nei quarti, e la Colombia, in semifinale. Storico per il calcio venezuelano, il meno nobile del Sud America, il titolo di capocannoniere vinto con quattro reti da José Luis Dolgetta.

4 luglio 1993, Estadio Monumental, Guayaquil
Prima partecipazione del Messico e prima finale del Tricolor:
Hugo Sánchez ha scambiato i gagliardetti con Oscar Ruggeri,
capitano dell'ultimo XI Albiceleste vincitore della Copa.
La Coppa America 1995 è invece targata Uruguay, paese organizzatore e vincitore del trofeo. Nella finale contro il Brasile, l'1-1 sul campo porta ai tempi supplementari e ai rigori, e la parata di Fernando Alvez sul tiro di Humberto Tulio regala la vittoria all'Uruguay. Sorprendente il quarto posto degli USA, che nel girone eliminatorio sconfiggono per 3-0 l'Argentina. La partecipazione dell'Argentina, allenata da Passarella, è assolutamente deludente: funziona solo la coppia d'attacco, con i tre gol di Balbo e i quattro di Batistuta.

Il 1997 vede il trionfo del Brasile di Ronaldo. Proprio in Bolivia, paese ospitante, si decide il trasferimento del centravanti brasiliano dal Barcellona all'Inter, per 50 miliardi di lire, ma Ronaldo non si lascia distrarre dalle voci di mercato. Trascina il Brasile, con ben cinque gol, alla vittoria e forma con Romário una coppia da sogno. In finale la Seleção batte per 3-1 i padroni di casa, chiudendo il torneo con sei vittorie in sei partite. Ancora una volta una nazionale 'invitata' si classifica tra le prime quattro: si tratta del Messico, terzo, che inoltre esprime, con Luis Hernández, il capocannoniere del torneo (sei gol). Delude invece il calcio rioplatense: l'Uruguay non arriva neppure ai quarti di finale, l'Argentina (che presenta una squadra sperimentale) è eliminata nei quarti dal Perù.

L'edizione del 1999, disputata in Paraguay, è ancora appannaggio del Brasile, che come due anni prima vince tutte e sei le partite e in finale supera per 3-0 l'Uruguay, con due gol di Rivaldo e uno di Ronaldo. Il portiere Nelson Dida, futuro milanista, incassa solo due gol, a centrocampo Emerson Ferreira da Rosa, futuro romanista, dirige le operazioni. Ma sono proprio Rivaldo e Ronaldo le stelle verdeoro e sono loro a vincere, con cinque reti, la classifica cannonieri: per Rivaldo è la definitiva consacrazione a livello internazionale, per Ronaldo il riscatto dopo i Mondiali francesi, per lui più ricchi di ombre che di luci. Ancora una volta positivo il rendimento del Messico, terzo classificato, e deludente quello dell'Argentina, in campo con molte riserve. Eliminata nei quarti dal Brasile, la Selección diretta da Marcelo Bielsa riesce a battere un record negativo: il 4 luglio il suo centravanti Martin Palermo sbaglia nella gara contro la Colombia (persa alla fine 3-0) tre calci di rigore.

Decisamente tormentata l'edizione 2001, organizzata in Colombia e in un primo tempo sospesa per motivi di ordine pubblico (minaccia di sequestri da parte di gruppi terroristici in guerra con lo Stato). Una volta deciso il regolare svolgimento, giunge però la defezione dell'Argentina, mentre Brasile e Uruguay si presentano con formazioni di secondo piano. Modesto quindi il contenuto tecnico, ma di rilievo la vittoria dei padroni di casa nella finale contro il Messico (decisivo il gol del difensore dell'Inter Ivan Cordoba per il primo successo della Colombia in una competizione internazionale) e il terzo posto dell'Honduras, invitato in extremis al posto dell'Argentina.

* Tratto da Competizioni per nazionali, in Enciclopedia dello Sport, Treccani, 2002 (© Treccani)
Vedi anche I primi tornei del terzo millennio in Wikipedia